Retroscena letterari, come è nato Il caffè dell’amore


 "La magia che può creare un caffè bevuto in un qualunque momento della giornata è incredibile e sopratutto inaspettata e sottovalutata". 

Era il 2018, Luglio, una giornata caldissima, come sempre qui da noi in Puglia e io ero al lavoro.

Normale routine quotidiana, accompagnata dalla radio, sempre accesa durante le ore di lavoro per non sentirmi sola,  finché venne trasmessa una canzone: Love is all around. Tutto cambiò, la stanchezza si trasformò in estasi dovuta ai ricordi che questa canzone suscitava in me, e la malinconia lasciò il posto alla mia grande passione: la scrittura. Presi un foglietto al volo e iniziai a metter giù alcuni appunti. Non domandatemi del perché accadesse tutto quel pomeriggio alle 17.00, né perché l'ispirazione arrivasse così di getto. Non ho risposte precise al momento! 

Di una cosa però sono sempre stata certa, che se non avessi trovato il modo di farmi conoscere come scrittrice, avrei comunque scritto per me, per il mio diletto, per la mia ingordigia mai sazia della vita che mi corre attorno. 

 In quel periodo stavo lavorando come commessa in un negozio di abbigliamento e mi avevano affidato la gestione: chiavi, incasso, dovevo controllare tutto, apertura e chiusura; le responsabilità erano tante, però a me piaceva. 

Ma a un'artista non si può negare la sua natura e benché io facessi il mio dovere solerte e con grandi soddisfazioni, volevo scrivere e continuare parallelamente la mia carriera da scrittrice, iniziata anni prima mentre gestivo il mio laboratorio d'arte, nel 2010.

 Eh sì, prima ancora del lavoro in negozio, dipingevo, creavo e insegnavo l'arte Origami ai bambini anche nelle scuole oltre che nel mio laboratorio; avevo creato una mia linea di bambole in stoffa e borse, vendute perfino in Argentina. Belle soddosfazioni, no? 

Nel frattempo scrivevo, sempre. Come se non potessi farne a meno, come se non facendolo, sarei morta, scomparsa del tutto. 

Così quel caldo pomeriggio di Luglio mentre andava in radio Love is all around, (che per chi non lo sapesse è la colonna sonora di uno dei miei film del cuore, Quattro matrimoni e un funerale) , e gustavo il mio caffè, pensai a come potessi riuscire a coniugare le due cose, una canzone che amavo e il caffè, che in quel momento creavano una magia pazzesca. 

Già, la magia, quella dei caffè preparati da Anna Manfredi, proprietaria della caffetteria appartenuta ai nonni e a sua madre.

 Il personaggio di Anna è nato subito, quel caldo pomeriggio. Capelli castani e occhi azzurri, come il cielo, dolce e premurosa. 

Mettere insieme canzone e caffè, e trasmettere su carta le mie emozioni, non era una passeggiata, anzi: a parte trovare il tempo, e non sacrificare la famiglia quando ero a casa, la vera sfida era riuscire a rendere credibile la storia di Anna. Come fare? Spesso la sera li addormentavo mettendo a letto i bambini, o sul divano cercando di guardare una serie tv su Netflix. Tuttavia, dovevo scriverla questo nuovo romanzo. 

A differenza delle altre mie storie, questa non doveva allontanarsi dalla Puglia, ma restarci radicata, e la protagonista doveva rappresentare quelle radici profonde che io sento di avere in questa terra. Dovevo rendere la narrazione tale da far innamorare i lettori della Puglia attraverso le mie parole. E il caffè per quanto magico non doveva dare l'impressione di essere un surrogato di una fiaba, ma del desiderio di felicità racchiuso in una piccola tazza di porcellana. 

Anna doveva essere la manifestazione della soddisfazione piena, nonostante le difficoltà, nonostante la sofferenza. Tuttavia mi rendevo conto che le sue vicende per essere quanto mai apprezzate, dovevano catturare in modo naturale, attraverso una parola, o meglio un sentimento che diamo sempre per scontato: l'amore. 

Ne Il caffè dell’amore, i legami sono tanti, diversi, come anche i temi trattati. Scelsi con cautela il periodo, sistemandolo negli anni '90, anni in cui si parlava di omosessualità con paura e schifo, concedetemelo, perché era così purtroppo; anni in cui Beverly Hills 90210 spopolava e i Take That rivoluzionavano la musica con le boy band. Erano gli anni in cui anche io ero adolescente e a cui sono ancora oggi tanto, tanto legata. Gli anni '90 erano freschi, genuini ma pieni di voglia di creare un mondo diverso, più aperto e meno gretto. 

Nel mio romanzo, seppur non sia il tema centrale, l' omosessualità dietro le quinte sembra gestire in modo inconscio la vita di Anna che stringe una profonda e sincera amicizia con Lella, una sua coetanea lesbica. Il sentimento di amicizia non è mai scambiato per amore né con Lella né con Valerio, un personaggio a cui mi affezionai subito e che avrebbe avuto un ruolo importante nella vita della protagonista. Non immaginate quanto siano stati complicati  i dialoghi, i passaggi e i rapporti fra questi tre, e non immaginate quanto si stato faticoso scrivere, nei momenti di pausa fra una cliente e l'altra, aspettando di trovarmi da sola e accompagnata solo dalla radio. I primi capitoli sono tutti ancora conservati e sono dei foglietti piccoli che poi infilavo nella borsa o nelle tasche dei jeans. Poi decisi di fare scorta di piccoli block notes da tenere sempre a portata di mano, perché oramai la storia si stava facendo strada dentro al mio cuore e ogni volta che la signora del bar, la mia carissima Filomena, mi portava il mio dec, dovevo scrivere. Anna doveva raccontare. 

Quando riuscii a mettere giù più o meno una trama che mi piacesse, era necessario per me svilupparla su diversi piani, passato e presente. Infatti il libro consta di trenta capitoli suddivisi in passato, 1995 e presente, 2005.

Le vicende iniziano nel presente e Anna racconta parallelamente la sua vita alternando gli anni, e facendo collidere eventi del passato con quelli presenti e l'influenza che i primi hanno avuto sui secondi. Anche questo non era facile, poiché alla fine tutto doveva combaciare, essere perfetto. Non dico di aver creato un capolavoro, ma l'idea era esattamente come poi si è sviluppata un anno e mezzo dopo aver scritto quel primo appunto. Indovinate cosa avevo scritto quel pomeriggio di Luglio? Sul foglietto avevo appuntato: Il caffè dell’amore, e non sapevo ancora di cosa avrebbe parlato esattamente. 

I temi a me cari, immortalità, vita dopo la morte, erano diventati più concreti nella narrazione romantica di Con la pioggia d’autunno e Always, love forever per cui anche Il caffè dell’amore poteva spaziare senza appesentire. A fianco la vita di Anna doveva correre quella di un'altra persona, altrettanto profonda e attraente, non solo dal punto di vista fisico, ma spirituale. Così, per chiudere un cerchio, quello della vita della protagonista, era giusto che ci fosse un personaggio importante, unico, insostituibile : Cesare Colaci. Occhi neri, capelli neri, spirito indomito e personificazione del sentimento dell'amore, una manifestazione concreta della bontà e della benevolenza, in grado di  sopravvivere a tutto, perfino alle tempeste più violente. 

"Quando il dolore è troppo forte, l'unica cosa che può salvarci è il tesoro che le persone che abbiamo perso hanno lasciato dentro di noi. Il caffè della gioia è questo, la possibilità di vivere anche con un grande peso nel cuore" questo è il caffè della gioia. 

Anna doveva essere brava non solo a prepare caffè ma ad ascoltare le persone, capirle, aiutarle e i suoi caffè diventano il mezzo per avvicinarsi alla gente: da il caffè degli inedicisi che lei crea giovanissima, al caffè dei ricordi, la sua ultima creazione prima di andare avanti con il suo presente. 

Scrivere questo romanzo è stato un viaggio straordinario, mi succede sempre con le mie storie, ma Il caffè dell’amore l'ho terminato quando sono stata costretta a lasciare il lavoro in negozio per problemi di salute, non gravi ma abbastanza importanti. Tanto da costringermi a letto e ho scritto con il pc sulle gambe imbottita di antidolorifici e cortisone, pensate un po'. 

In quell'autunno del 2019 dopo più di un anno trascorso a prendere appunti e a eleborare una narrazione soddisfacente, Anna e Cesare diventarono il mio conforto, quegli amici capaci di tirarti fuori dal tuo guscio e portarti indietro nel tempo da Brenda Walsh, di cui copiavo l'acconciatura, e a ballare, cosa che non posso fare più purtroppo, sulle note di Rilight my fire dei Take That, anche se la mia preferita resta Pray, che troverete nella playlist su Spotify con Love is all around. 

Una colonna sonora perfetta che scandisce ogni momento e ne racchiude l'essenza, che esprime me stessa sotto ogni forma, romantica e malinconica, ma anche energica e piena di speranze. 

A Dicembre del 2019 terminai finalmente la stesura e il mio romanzo venne pubblicato in self; rifiutai la proposta di una casa editrice, volevo assaporare l'ebrezza di questa esperienza, goderla fino all'ultimo, così è stato e sono contenta delle scelte fatte. Se tornassi indietro? Forse ad oggi avrei accettato quella proposta, ma probabilmente senza il self publishing di amazon sarebbe stata più dura arrivare al grande de pubblico. Fatto sta che ci sono ancora mille storie che voglio raccontare e chissà, magari un caffè, una canzone, un ricordo, potrebbero far nascere un'altra bellissima storia. 

"La spensieratezza di un tempo è sempre viva dentro di noi basta un po' di magia per ricordarle che esiste". 

La mia magia è la scrittura, la magia di Anna sono i caffè, e la vostra? 


Spero che il mio articolo vi sia piaciuto e alla prossima con un altro mio romanzo. 


Il caffè dell'amore


Commenti

  1. Che bello sapere e conoscere anche da dove è partita l'idea di questo romanzo e quello che ha suscitato in te scriverlo e soprattutto viverlo ❤ quando diamo vita a una storia è come se anche noi autori la vivessimo con i nostri personaggi ed è una cosa straordinaria. Quando termini la stesura ti senti soddisfatta ma anche triste. Almeno a me capita così, perché li devi abbandonare anche se rimarranno per sempre dentro di te. Detto questo non vedo l ora di leggerti e conoscere la tua storia... ❤

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    1. È vero, anche a me capita di sentirmi triste e un po' spaesata alla fine della stesura, nel momento della pubblicazione è come se si staccasse parte del proprio cuore per finire nelle mani dei lettori, una sensazione impareggiabile.

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