Delitto a Tokyo di Keigo Higashino, Piemme
Carissimi lettori, nella torrida giornata di ieri, un ferragosto bollente come pochi negli ultimi anni, ho terminato la lettura del romanzo Delitto a Tokyo di Keigo Higashino, edito Piemme. Qualche mese fa ne avevo intravisto la pubblicità sui social, in quei giorni in cui vado alla ricerca di nuove letture che valgano la pena. Mi sono imbattuta in Delitto a Tokyo e sono andata in libreria appena possibile per comprarlo. Non l'ho letto subito perché avevo già tanti libri sul comodino da finire, ma il suo tempo è arrivato e ieri ho dato l'ultimo atto finale sulle restanti 140 pagine che mi avrebbero portata alla conclusione della storia narrata in ben 457 pagine in totale. Non potevo aspettare, dovevo assolutamente conoscere il nome dell'assassino che si insinua nelle vite dei protagonisti come un'ombra, in un intreccio incredibile di vicende e di legami che non ci si aspetta. Nelle prime pagine il romanzo appare come un qualunque poliziesco, in cui sia normale che le indagini siano svolte dalla polizia. Senza rivelarvi molto della trama, posso dire che Higashino trascina nel suo narrare anche aspetti della società malata e corrotta in cui però qualche eroe con animo nobile e sensibile alla ricerca della verità esiste ancora. Nel romanzo si coglie questo scontro attraverso il legame di Mirei e Kazuma, nell'avvicendarsi inesorabile di un destino che pare prestabilito ma che in realtà è in balia delle azioni umane e delle scelte che ognuno compie ogni giorno. Che siano giuste o sbagliate poco importa, quel che è straordinario è come Higashino ci conduca a realizzare da che parte stare senza porci troppe domande. Sul retro di copertina questo romanzo è stato paragonato a Delitto e castigo di Dostoevskij. Avendo una predilezione particolare per la letteratura russa e avendo anche letto Delitto e castigo, posso solo dirvi che ci sono oggi scrittori degni di una letteratura in grado di scuotere l'animo umano e di raccontarlo, e sicuramente uno di questi è Higashino.
Trama:
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